Proteggere i nostri cani da altri cani: come la cattiva gestione è diventata pericolosa. (La storia di Grace)

Proteggere i nostri cani da altri cani: come la cattiva gestione è diventata pericolosa. (La storia di Grace)

Di Giulia Bigozzi

I primi di Agosto su facebook è arrivata una notizia che ha colpito e ferito tutti i ‘cavalieristi’ che la hanno letta: la Cavalier King Charles Spaniel Grace è stata aggredita mentre era al parco con la sua famiglia. Due cani di grandi dimensioni non legati la hanno uccisa ferendo anche la sua proprietaria.

Ovviamente la cosa non è finita lì perché la proprietaria e l’allevatrice di Grace hanno denunciato l’accaduto alle autorità competenti. Dopo questo tragico avvenimento, che ci ha veramente scossi, ho deciso di raccogliere altre testimonianze e opinioni su questo tema. (Qui potete leggere la storia di Grace)

Camilla è stata attaccata qualche anno fa da un pastore tedesco femmina sciolto. Pioveva. Stavo passeggiando e dal nulla mi sono vista arrivare il cane. Ha iniziato ad attaccare Cami a mo’ di furia cieca. Ho menato ombrellate ma nulla (ho rotto un ombrello da golf, che resistono a raffiche di vento a 70 km/h!).
Era in fissa. Puntava al collo. Grazie al cielo aveva la tutina Hurtta per la pioggia e le sfuggiva la presa.
Ce la siamo cavate con un buchino sul collo ed uno sulla schiena.
Alla padrona ho fatto risarcire tutti i danni. Qualcosa in Camilla è cambiato però. Prima dell’aggressione non si era mai mostrata timorosa dei cani grandi. Ora, se uno si avvicina anche solo per annusarla, scaina.
Ancora oggi mi domando cosa sarebbe successo se invece della pioggia ci fosse stato il sole e non avesse avuto la tuta. O se invece di trovare me in passeggiata ci fosse stata una delle mamme che escono con i microcani attaccati al passeggino. Non sarebbe finita così bene.

Abbiamo anche riflettuto su come sarebbe opportuno muoversi: qualcuno pensa che forse sarebbe opportuno ristabilire la famosa ‘black-list’ includendo cani potenzialmente pericolosi, questo perché ad oggi non c’è modo di essere tutelati altrimenti da quella fetta di proprietari incapaci di gestire un cane di certe dimensioni. Mancano i controlli per le strade: ad essere tenuti senza guinzaglio non sono solo i cani di grande taglia, ma tutti, e questo rappresenta un pericolo anche solo per il rischio di incidenti. Forse la soluzione più efficace sarebbe il famoso ‘patentino’, da acquisire prima di avere un cane pericoloso, non dopo.

Concordiamo tutti sul fatto che un cane mal gestito può essere aggressivo sia se pesa 2 kg che se ne pesa 50, ma le conseguenze sono ovviamente diverse.

Ci chiediamo se questo ignorare il problema della gestione dei cani, dovuto a una mancanza di cultura cinofila nel nostro paese, non possa portare a gravi conseguenze: Grace ha perso la vita, così come altri cani, ma spesso sul giornale leggiamo di bambini feriti o peggio.

La colpa non è mai del cane, ma di chi dovrebbe esserne responsabile.

Cosa dice la legislazione italiana ?

Mi è sembrato interessante fare riferimento a questo articolo dello studio Cataldi riguardante una sentenza in un caso analogo.

L’Enci

L’ENCI ha istituito il CAE Controllo dell’affidabilità e dell’equilibrio psichico e direttamente dal sito si legge “Il CAE-1 è un test che mira a certificare un cane socialmente affidabile e senza problematiche di comportamento prendendo in considerazione il binomio cane-conduttore nella vita quotidiana. A tal fine più persone possono sostenere il test del CAE-1 con lo stesso cane, in quanto un soggetto può avere comportamenti diversi a seconda del conduttore.”.

A questo tipo di prova possono partecipare cani provvisti e sprovvisti di pedigree.

Il CAE non richiede particolare addestramento, è però non obbligatorio Questo vuol dire che se vuoi farlo otterrai una soddisfazione, ma niente di più perché lo stato non riserva niente di particolare a quei binomi che hanno superato la prova.

Altrove…

Pamela, che vive in Svizzera mi dice che le cose sono ben diverse: c’è l’obbligo ad essere istruiti.

Per accogliere in casa qualsiasi tipo di cane bisogna subire dei controlli prima dell’arrivo del cane, fare un corso teorico di 4 ore, entro l’anno dall’arrivo del cane è obbligatorio un esame e un altro entro i primi tre anni.

Insomma nonostante la legge italiana abbia provato a dire la sua sul pratico ci rendiamo conto che ancora la strada da fare è lunga.

La storia di Grace ci ha colpito e tutta la comunità dei proprietari dei cavalier si è stretta al dolore della perdita dell’allevatrice e dei proprietari, ma la cosa peggiore è sapere che potrebbero esserci altri casi analoghi.

Forse non è giusto ricercare un inasprimento delle pene, ma creare una situazione di EDUCAZIONE e CONSAPEVOLEZZA (anche in modo obbligatorio) è dovuto perché così tutti possano essere liberi di avere il cane che vogliono e di avere gli strumenti per saperlo gestire al meglio.

Mentre scrivevo questo testo sono giunta al sito ‘Pitbull is not a crime’, il punto di vista dei proprietari e il loro senso di responsabilità mi ha fortemente colpito e ritengo che sia importante continuare a diffondere il fatto che no, non ci sono cani cattivi, ma padroni incapaci di gestire i propri cani e per questo bisogna fare qualcosa.

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